domenica 23 agosto 2009

Inno di Mameli


La tomba del musicista al Verano di Roma versa in stato di abbandono

Che al Senatur l’inno di Mameli non piaccia per niente è in fin dei conti una non notizia e la sua nota preferenza per il “Va’ pensiero” non è del tutto attendibile come indice per misurare l’apprezzamento generale sul compositore dell’Inno d’Italia. Più utile è fare un salto - con compostezza si capisce - al Verano a Roma e dare un’occhiata alla tomba del musicista patriota, come ha fatto un’inviata del Corriere della Sera.

Qui cominciano le dolenti note, per rimanere in tema. Al centro del Quadriportico il monumento funebre versa in stato di abbandono, ricoperto da aghi di pino che hanno sterilizzato l’aiuola non più verde, mentre malinconico il drappo tricolore che cinge il petto del Nostro è fermato da un volgare sasso.

È vero che tanti anni di tronfia retorica risorgimentale ci hanno vaccinato da muscolari esibizioni di patriottismo, ma sarà difficile stigmatizzare scandalizzati le sassate del Bossi iconoclasta al compianto Goffredo se Roma ladrona non è capace nemmeno di dare una pulitina alla sua tomba.

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