lunedì 23 novembre 2009

Fuscaldo San Marco (2-0): Voglia di vittoria



FUSCALDO - Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Incamera tre punti meritati la compagine tirrenica, battendo un San Marco mai domo e che ha lottato per tutti i novanta minuti rischiando anche di segnare. Il Fuscaldo è sceso in campo con qualche novità: il rientro degli infortunati Giustiniano e Miceli e l’avanzamento a centrocampo di capitan Formosa. Il San Marco si è invece presentato al gran completo con Chiappetta a dirigere le operazioni e Felletti ad ispirare l’unica punta Piccoli. Il primo tempo si è giocato con un ritmo molto blando da entrambe le formazioni, attente più nella fase difensiva che in quella offensiva. Al 20° pt l’arbitro fischia una punizione in favore degli ospiti per un presunto fallo di mano al limite dell’area. Batte lo specialista Felletti che indirizza la palla nell’angolino basso, ma trova la respinta magistrale di Adornetto che salva il risultato. Al 30° pt Giustiniano, in mischia, si trova sui piedi la palla del vantaggio fuscaldese, ma manca l’obiettivo di poco. La ripresa inizia con il Fuscaldo voglioso di portare a casa la vittoria e con il San Marco pronto a pungere in contropiede. Ancora al 10° st punizione dal limite per i normanni. Ancora Felletti batte a rete, ma trova nuovamente i guanti di Adornetto che, con un gran colpo di reni, respinge la sfera.
Il Fuscaldo accelera e, con gli ingressi di Martire e Brunetti, cambia marcia. E sono proprio questi due a confezionare il gol del vantaggio: lancio per Martire che fa sponda di petto a smarcare Brunetti, l’attaccante cetrarese non si fa trovare impreparato e spara un tiro violento a mezz’altezza che trafigge Perrone.
E’ il tripudio della squadra e dei tifosi per un gol tanto sentito e che stentava ad arrivare. Ma le emozioni non sono ancora terminate. Corre il 47° st: Santoro scaglia un tiro in porta, deviazione di un difensore ospite e zampata vincente di Brunetti che realizza così la sua doppietta personale e chiude definitivamente il match.
Da sottolineare la prova generosa dell’under Miceli del Fuscaldo che, al rientro da un infortunio, ha giocato una partita ad altissimi livelli. Ottima le prove del solito Madia e del portiere Adornetto che hanno salvato in più occasioni il risultato. Una prestazione che si commenta da sola, invece, quella di Francesco Brunetti che si è fatto trovare pronto nel posto giusto al momento giusto.

FUSCALDO: Adornetto, Miceli, De Seta, Formosa, Madia, Coscarelli, Giustiniano, Santoro, Leporace (30° s.t. Brunetti), Cupolillo (26° st Martire), D’Agostino (39° st Occhiuzzi). In panchina: Marcone, Lento, Middea, Di Giorno. All.: Galliano

SAN MARCO: Perrone, Praino (39° st Sanseverino), Lombardi, Vito (12° st Cimino), Domma, Principe, Raimondi, Chiappetta, Piccoli, Felletti, Lo Cicero. In panchina: Arilli, Cipolla, Del Morgine, Bianco, Mignolo. All.: Giovazzino.

ARBITRO: Simone di Catanzaro
MARCATORI: 32° st e 47° st Brunetti (F).
NOTE: recupero 0 pt e 4 st. Ammoniti: Raimondi (SM), Santoro (F), D’Agostino (F), Madia (F). Spettatori circa 200.

da: TutoSport Calabria

venerdì 20 novembre 2009

giovedì 19 novembre 2009

Via libera al Codice delle autonomie

Il Consiglio dei ministri ha approvato il Codice delle Autonomie che individua le funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplifica l'ordinamento regionale e degli enti locali, e delega il Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali, razionalizzazione delle Province e degli Uffici territoriali del Governo, riordino di enti ed organismi decentrati.
«Questa riforma - ha spiegato il ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli - era attesa da almeno tre legislature. Con il cosiddetto Codice delle Autonomie, infatti, andiamo finalmente a definire le funzioni delle Autonomie locali, stabilendo chi fa che cosa, e ad eliminare migliaia di enti dannosi, con consistenti risparmi di spese per la macchina pubblica e un complessivo snellimento delle strutture amministrative».

 Il disegno di legge  razionalizza e riordina, anche al fine del contenimento della spesa pubblica e della riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni statali, gli uffici periferici dello Stato e il sistema dei controlli interni. Prevede, inoltre, lo snellimento dell'apparato amministrativo locale mediante una complessiva rivisitazione dell'impianto degli enti territoriali e una drastica riduzione che porterà al taglio di circa 34mila tra consiglieri comunali, circoscrizionali e provinciali e di circa 15 mila assessori comunali e provinciali. In tutto quasi 50mila poltrone in meno!».
Da: Il sole24

Castrati e cicisbei



Castrati e cicisbei furono espressioni dell'ideologia nobiliare settecentesca.
Riaffermavano il primato culturale e politico degli aristocratici nella società, la loro distanza nei confronti degli altri ceti sociali. Esprimevano il gusto artistico ed estetico dei nobili incline alla ricerca della bellezza, della festa e del piacere sensuale.
Il diffuso amore per il mascheramento e il travestitismo negli aristocratici era il segno di una classe che, intuendo l'imminenza della fine, era alla ricerca di una nuova primavera della vita, di un mondo che prolungasse la loro adolescenza.
Castrati e cicisbei rivelavano la forza e la cultura del mondo signorile, ma ne sottolineavano anche la debolezza. Quella vita frivola e leggera, insolente e affettata, nelle vesti pompose e stravaganti dei musici cantori e dei cavalier serventi, era destinata a finire poiché creava un forte divario tra l'immaginario e la realtà.

martedì 17 novembre 2009

martedì 10 novembre 2009

Giornalino campo scuola 2008 Fuscaldo

Ho dato una mano nell'impaginare questo giornalino realizzato dai gruppi di lavoro del Campo Scuola a Fuscaldo nell'estate 2008.

prossimamente verrà pubblicato quello realizzato nell'estate 2009!

venerdì 6 novembre 2009

Ministro risponda: le domande per sapere la "verità"


Le associazioni, i comitati e i movimenti organizzatori della manifestazione del 24 ottobre ad Amantea:
Comitato Civico Natale De Grazia; Movimento Ambientalista del Tirreno; Forum Ambientalista; Beni Comuni Cosenza; Rosso Cetraro; WWF Amantea-Belmonte C.; Associazione Paolab; Associazione Confronti; Comitato Civico Valle Oliva Terre a Perdere; CGIL Amantea; Cib Unicobas; Ammazzateci Tutti movimento antimafia

In attesa di poter valutare direttamente, mediante tecnici di fiducia e di analisi comparate, chiedono di fugare tutti i dubbi e le perplessità addensatisi su una vicenda piena di contraddizioni.

Per questo pongono al Ministro Prestigiacomo le seguenti domande:
1. Come è possibile che una persona non del luogo, come Francesco Fonti, fosse a conoscenza della presenza di un relitto nei fondali di Cetraro esattamente nel sito dove è stato trovato
2. Perché questo relitto, se conosciuto dalla Marina Militare e dalle Capitanerie di Porto, non è stato segnalato a tempo debito al Procuratore Giordano titolare dell’inchiesta?
3. Perché esistono differenze sostanziali tra le caratteristiche del relitto di Cetraro e del piroscafo Catania? Quest’ultimo, secondo i dati dei costruttori, era lungo 95,8 metri mentre la lunghezza ufficiale del relitto, comunicata dal Governo, è pari a 103 metri. I dati differenti del piroscafo Catania sono ben noti e riportati nel registro navale della World Ship Society e pubblicati dal sito specializzato Miramar Ship Index. Gli stessi identici dati sono pubblicati anche sul sito specializzato nella storia degli U-boat (www.uboat.net).
4. Perché dai registri navali risulta che il piroscafo Catania venne affondato almeno a 3,2 miglia di distanza dal punto dove la “Mare Oceano” stava effettuando le verifiche. Un punto più a largo di circa cinque chilometri, non qualche centinaio di metri.?
5. Come mai le foto e le riprese video effettuate dal Rov della Nave Oceano sembrerebbero diverse da quelle realizzate dal Rov dell’Arpacal?
6. Perché non è stato ancora reso pubblico l’intero filmato georeferenziato realizzato dal Rov della Mare Oceano?
7. Perché il Ministro, prima ancora che il Rov della Geolab si immergesse nelle acque, ha comunicato che il relitto di Cetraro non poteva essere quello del Cunsky ?
8. Che fine hanno fatto i fusti o maniche a vento ripresi dal Rov inviato dalla Regione Calabria e perché non sono stati recuperati e portati in superficie a prova della asserita verità?
9. Perché la ministra Prestigiacomo ha subito detto che il “caso è chiuso” senza neanche accertarsi del carico della nave?
10. Perché sono stati comunicati solo i dati delle analisi sulla radioattività effettuate a 300 metri di profondità nonostante il relitto si trovi ad oltre 480 metri? Questa differenza incide notevolmente visto che le radiazioni gamma hanno una schermatura diversa a seconda della profondità. Ad esempio 170 metri generano un livello di schermatura pari ad un fattore 3*E126. Quindi anche in presenza di numerosi noccioli di reattori nucleari la contaminazione radioattiva non sarebbe facilmente rilevabile.
11. Perché, nonostante la richiesta ufficiale da parte della Regione Calabria, non è stato comunicato il protocollo scientifico adottato per compiere le analisi sul relitto, sui fondali e nelle acque circostanti?
12. Perché non sono state condotte, in via preliminare, le dovute indagini sulla catena alimentare della fauna ittica e sui sedimenti dei fondali onde rilevare la presenza di eventuali radionuclidi e/o agenti contaminanti di diversa natura? Questo allo scopo di tranquillizzare la popolazione in caso di eventuale riscontro negativo o viceversa proclamare lo stato di emergenza onde ricorrere agli indennizzi in caso di riscontro positivo (alla luce di indagini pregresse che già paventarono tale possibilità)?
13. Perché per la vicenda del relitto di Cetraro è stato adottato un metodo differente da quello utilizzato per le indagini sul materiale contaminato rinvenuto nella vallata dell’Oliva dove le analisi sui campioni prelevati saranno condotte da quattro laboratori differenti mentre sulla Nave Oceano non è stato permesso l’ingresso, se non per poche ore, ai ricercatori dell’Arpacal?
14. Perché tanta fretta nel chiudere le indagini e nel mandare via la Nave Oceano mentre , vista la presenza in loco dell’imbarcazione, si sarebbe potuto continuare a scandagliare tutto il mare circostante Cetraro?
15. Perché la Capitaneria di Porto di Cetraro nel 2007 emise l’ordinanza di divieto di pesca a poche centinaia di metri dal luogo indicato da Fonti , subito dopo le analisi effettuate dall’Arpacal che indicavano la presenza allarmante di metalli pesanti quali l’arsenico, il cobalto ed il cromo sul pescato?
16. E perché quell’ordinanza venne ritirata un anno dopo? Sarebbe utile comunicare i risultati di quelle analisi.
17. Perché non sono stati applicati anche a Cetraro i recenti provvedimenti legislativi (L. 123/2008 e L. 210/2008) che classificano come siti strategici di interesse nazionale le aree in cui vengono smaltiti o individuati rifiuti tossici e/o nocivi?
18. Chiediamo alla Ministro Prestigiacomo se è a conoscenza dei filmati effettuati nel 2005 2006 per conto della Procura di Paola della società Nautilus e chiediamo cosa questi hanno filmato e di rendere pubblici tali filmati.
19. Perché ad esprimersi sui risultati dei riscontri effettuati dalla nave Oceano sono stati la ministra Prestigiacomo ed il procuratore generale della DNA Pietro Grasso e non il titolare delle indagini?



L'Espresso riapre il caso: E' un'altra la nave dei veleni


Quella in fondo al mare di Cetraro, scoperta la scorsa settimana e risultata - secondo il ministero dell'Ambiente - una nave passeggeri - la Catania - affondata nel 1917 e non la tanto temuta "nave dei veleni", potrebbe rivelarsi invece la "nave delle bugie". In questa storia, in altre parole, c'è qualcuno che non dice la verità.
L'Espresso, oggi in edicola, pubblica un articolo di Riccardo Bocca, nel quale viene riportata la trascrizione della testimonianza audio del pilota del Rov - Remotely Operated Vehicle, il congegno meccanico dotato di telecamera per l'esplorazione dell'ambiente sottomarino - che il 12 settembre scorso scese a 470 metri per verificare se nelle stive di quello scafo c'erano o no dei bidoni sospetti.
Il pilota parla di due stive pienissime di bidoni, tanto piene da non permettere l'ingresso neanche ai pesci. E questo non coincide affatto con quanto affermato dal ministero dell'Ambiente, che ha sempre detto che le stive della Catania erano vuote.
Lo stesso pilota parla poi di uno scafo con una fiancata alta 6-7 metri e con una parte dello scafo interrato, mentre la Catania non era alta più di 5,5 metri.
E ancora: le coordinate del punto in cui il primo Rov scese in cerca dei presunti veleni il 12 settembre scorso, sono diverse da quelle in cui è sceso il secondo Rov, sulla verticale della Catania. C'è una differenza di 3 miglia e mezzo, tra la prima nave con le stive piene e la seconda, con le stive vuote.
Insomma, dichiarazioni che smentiscono di fatto la ricostruzione fatta giovedì scorso alla Direzione Nazionale Antimafia, alla presenza del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, del Procuratore Piero Grasso, e del capo della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, Vincenzo Lombardo.
Il confronto fra le affermazioni del pilota del Rov con quelle ufficiali del Governo e dei magistrati, pone diversi interrogativi.
Ma uno, prima di tutti: i filmati e le immagini portate a testimonianza dalle pubbliche autorità giovedì scorso alla Direzione Nazionale Antimafia si riferiscono ad una nave che non è quella che si sarebbe dovuta cercare?
di Carlo Ciavoni

lunedì 2 novembre 2009

Nuova influenza A: si combatte con gli antiossidanti



In un articolo appena pubblicato su FASEB Journal, ricercatori dell’Alabama sembra che abbiano trovato il tallone di Achille del virus dell’influenza A H1N1: gli antiossidanti. Queste sostanze, contenute in abbondanza in numerosi vegetali, hanno dimostrato la capacità di ridurre il danno polmonare causato dall’influenza H1N1.

Gli autori dello studio hanno dimostrato che il virus danneggia i polmoni per mezzo di una proteina chiamata M2 che attacca le cellule epiteliali polmonari preparando la strada alla polmonite e ad altre complicazioni dell’apparato respiratorio.

I ricercatori hanno messo in evidenza che il danno polmonare causato dalla proteina M2 veniva contrastato efficacemente dalla presenza di antiossidanti. Tale risultato ottenuto prima nell’animale da esperimento è stato successivamente confermato utilizzando cellule umane polmonari.

Sebbene il vaccino rimanga la prima line d’intervento, la scarsità della sua disponibilità in rapporto alla popolazione rende veramente interessanti i risultati di questo studio.

Gli alimenti più ricchi di antiossidanti secondo la scala ORAC sono:
Succo di uva nera 1 bicchiere = 5216 unità

Mirtilli 1 tazza = 3480 unità

Cavolo verde cotto 1 tazza = 2048 unità

Spinaci cotti 1 tazza = 2042 unità

Barbabietola cotta 1 tazza = 1782 unità

More 1 tazza = 1466 unità

Prugne nere 3 = 1454 unità

Cavoli di Bruxelles cotti 1 tazza = 1384 unità

Succo di pompelmo 1 bicchiere = 1274 unità

Pompelmo rosa 1 = 1188 unità

Fragole una tazza = 1170 unità

Succo di arancia 1 bicchiere = 1142 unità

Arancia 1 = 983 unità

Susina 1 = 626 unità

Patata arrosto 1 = 575 unità

Avocado 1 = 571 unità
Uva nera un grappolino

Nave dei veleni: un problema di coordinate?


Tralasciando la querelle politica tra destra e sinistra e le contrapposizioni che sono sorte attorno al caso della nave dei veleni, - prenderei per buona la verità fornita dal ministro Prestigiacomo e del capo della Dna Grasso: "Nessuna nave dei veleni, si tratta del piroscafo passeggeri "Catania", silurato dai tedeschi nel 1917. Caso chiuso!".
Dio solo sa con quanta ansia attendavamo un simile esito. Epilogo che restituisce fiducia e speranza ad una terra già condannata ad una perenne marginalità. Una regione bistrattata da tutti i governi, nazionali e regionali che si sono succeduti negli ultimi 30 anni.

Tutto chiarito dunque sulla nave dei veleni? L'interrogativo resta. E me lo sono posto e riposto fino a quando spulciando tra le cose dette o scritte in questi mesi, mi sono balzate agli occhi le prime coordinate fornite dalla Coopernault, l'imbarcazione da dove è stato calato il robot che ha filmato le prime immagini della presunta Cunsky.


Coordinate che ho potuto comparare con quelle dove è stato affondato il "Catania" monitorato dalla Mare Oceano, la nave del ministero dell'Ambiente, che effettuando i rilievi ha accertato che non si trattava della Cunsky.


Secondo il ministero, la nave che giace negli abissi è pulita. Nessun pericolo per la salute. Tuttavia, la curiosità mi ha spinto a incrociare tutto su Google Hearth e il risultato è quello che vediamo in questa immagine. Con le coordinate non si scherza. Sono precise. Sempre! E chiunque abbia un navigatore può sperimentare di persona la sua affidabilità.


Se punti 41°53'25.52 N - 12°29'32.19 E, ti porta dritto al centro del Colosseo.

39°32' N - 15°42'E per il piroscafo “CATANIA” 
39°28'50N - 15°41'57E per la nave “CUNSKY”
 
Si tratta allora di due punti diversi, distanti qualche miglia l'uno dall'altro. Forse si tratta di due navi diverse. A questo punto qualche domanda sorge legittima e spontanea: ma di cosa stiamo parlando? Perché sono così dissimili le coordinate su cui hanno operato la Copernault e la Mare Oceano?

Nessun ulteriore allarmismo ma si pretende un po' di chiarezza in più, nella speranza che non prevalgano le strumentalizzazioni e lo scontro politico-elettorale sterile e fine a se stesso. Qui c'è di mezzo il futuro nostro e quello dei nostri figli.