martedì 1 settembre 2009

ll sonno del buon gusto genera tamarri

E continuiamo a muoverci nel mondo, saccheggiato dai barbari e dai tamarri, con l'agilità di un'antilope in un territorio che non è proprio il nostro (mio), ma nel quale, mio malgrado, non mi posso trovare a disagio per vivere.

I nuovi primitivi sono entrati nelle città. L’hanno invasa e devastata. Si sono appropriati delle cose migliori. Le condizionano e decidono.
Pensano che il denaro sia tutto e quei quattro soldi che hanno siano bastanti per smembrare ancora di più quel poco rimasto. E’ il nuovo corso della storia.

Gli incolti sono tali rispetto a quella che si considera la civiltà, la quale si sente devastata nei suoi valori essenziali: l’onore, la durata, l'autenticità, la profondità, la continuità, la ricerca del senso della vita e dell'arte, l'esigenza di assoluti, la verità, la grande forma epica, la logica consueta, la naturale gerarchia d'importanza tra i fenomeni.

In luogo di tutto questo trionfano la superficie, l'effimero, l'artificio, la spettacolarità, il successo quale unica misura del valore, l'uomo orizzontale che cerca l'esperienza in una girandola continuamente mutevole.
Il clamore ed il rumore è la loro buona compagnia.

Il vivere diventa un surfing, una traversata dinamica che salta da una cosa all'altra come da un tasto all'altro su Internet; l'esperienza è una traiettoria di sensazioni in cui Pulp Fiction e Disneyland valgono quanto Moby Dick e non lasciano il tempo nemmeno d’amare.
Nel frattempo il mondo diventa sozzo e crudele.



MORALE:



Il 1799...Goya pubblica una raccolta di acqueforti.
Il cui titolo diventerà un monito:
il sonno della ragione genera mostri.




….mutatis mutantis,

oggi come ieri, ma con più vigore:

il sonno del buon gusto genera tamarri...

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